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Giornalismo su Internet, quando la scrittura deve essere "iper"



Avere pochi lettori è di sicuro una delle più grandi frustrazioni per gran parte dei web-writers.
Per quanto si possa provare un sottile piacere nello scrivere per pochi fortunati eletti, raggiungere una vasta platea di utenti rimane lo scopo primario della comunicazione online.

E’ per questo che da poco meno di una decina d’anni, esperti di Internet e web usability dispensano consigli su come attrarre e mantenere l’attenzione dell’utente sulle proprie pagine, suggerendo l’adozione di nuove modalità di scrittura più semplici e immediate, prive di retorica ed enfasi promozionale. Ma non è solo una questione di linguaggio, il testo online deve essere necessariamente breve. La capacità di sintesi risulta quindi inevitabilmente connessa al destino delle informazioni che vogliamo comunicare ai nostri visitatori.

Dunque perché le informazioni sul Web devono essere più concise rispetto al supporto cartaceo? In prima battuta le motivazioni derivano da fattori prettamente fisici: studi sul comportamento del corpo umano durante la navigazione su Internet evidenziano come la visione di testi sul monitor sia particolarmente faticosa per gli occhi, e conseguentemente la lettura al computer risulti più lenta del 25% rispetto a quella su carta (J. Nielsen, “Designing Web Usability: The Practice of Simplicity”).

Inoltre, la lettura non sequenziale del monitor implica una partecipazione particolarmente attiva del nostro corpo fisico durante il “browsing” sul Web, non solo per l’interazione con il PC attraverso tastiera e mouse, ma soprattutto a causa dei continui stimoli a cui siamo sottoposti di fronte allo schermo, stimoli che impediscono la completa concentrazione dell’utente sul testo e distolgono la sua attenzione dal contenuto.
In pratica il 79% degli utenti non legge una pagina web parola per parola, ma procede per occhiate veloci, per colpi d’occhio, tende quindi a sorvolare il testo cogliendo solo alcuni termini in evidenza, di conseguenza l’apparato visivo assiste ad una sorta di show caleidoscopico di forme e immagini, che difficilmente rappresentano il contenuto testuale nella sua totalità.

Si tratta di un tipo di lettura “reticolare”, che coglie solo alcuni frammenti del tessuto di parole e proprio in tal senso ci ricorda il significato originale del verbo latino “legere”: cogliere, raccogliere. Il nuovo tipo di lettura, selezionando i gruppi di parole più evidenti visivamente, come i link, stabilisce l’itinerario che l’utente dovrà seguire.

Dalle premesse fatte finora, segue che la lettura “tradizionale”, nel senso di fruizione di un testo, diventando “reticolare”, non è più il fine della navigazione, ma il mezzo attraverso il quale il percorso di “browsing” si dipana.
L’importanza dei link e della navigazione per “colpo d’occhio” sottolineano un nuovo valore iconico del testo, è necessario cioè mostrare con le parole, come se fossero immagini, per favorire il lettore nel cogliere connessioni logiche immediate che influenzino le sue scelte di navigazione.

Riepilogando, il testo oltre ad essere “corto”, deve essere impostato con un layout adatto alla lettura “reticolare”, deve cioè contenere i “segnali” visivi corretti: link, variazioni di colore e di tipo di carattere, elenchi puntati etc.

Quindi tutti questi accorgimenti ci hanno davvero permesso di realizzare un ipertesto efficace?
Il filosofo Pierre Lévy nel suo libro “Le Tecnologie dell’Intelligenza” scrive: “Navigare in un ipertesto, dunque è disegnare un percorso in una rete che può essere complessa quanto si vuole”. Lèvy con il termine “disegnare” definisce la navigazione come un processo attivo che coinvolge un operazione di scrittura, ogni utente cioè, selezionando i link da seguire, partecipa alla scrittura dell’ipertesto e ne redige una sua versione.
L’abbreviazione tout-court di un testo non è dunque sufficiente per farne un documento ipertestuale valido, il web-editor deve impostare necessariamente una struttura di navigazione (ad es. gerarchica), che aiuti l’utente nel suo percorso di lettura-riscrittura.

Cerchiamo di chiarire i concetti esposti con un esempio: immaginiamo di aver ricevuto da un nostro committente un testo proveniente da una brochure cartacea, dalla lunghezza inadatta per un immediato trasferimento sul supporto digitale:

La 01 Distribution ha confezionato per il film The Aviator di Martin Scorsese un'ottima edizione a doppio disco, presentata in un'elegante confezione steel-box e molto valida sia dal punto di vista tecnico che da quello riguardante gli extra.
Il video, presentato nel formato originale 2.35:1 in anamorfico, offre un quadro complessivo molto pulito e una resa decisamente soddisfacente, pur attraversando "momenti visivi" molto diversi per stile durante il film. Fedele e brillante il croma e buona la definizione, soprattutto sui primi piani, ma anche i particolari in secondo piano e i fondali si presentano quasi sempre compatti, anche se a dire il vero non raggiungono una cura per il dettaglio davvero ottimale. Contrasto e luminosità sono calibrati perfettamente e nonostante la lunghezza del film non si notano particolari difetti da compressione, grazie anche alla saggia decisione di spostare tutti gli extra sul secondo disco.
Ben tre le tracce audio presenti: a quelle Dolby digital 5.1 Ex in italiano e inglese, se ne aggiunge anche una in Dts nella nostra lingua. Ovviamente i momenti in cui apprezzare in pieno la resa dell'audio sono i momenti d'azione e in particolare quelli dei voli aerei, dove la scena è avvolgente e riprodotta perfettamente con uso di tutti i diffusori (compreso il sub) ed efficaci effetti panning. Ma convincono anche i momenti di più calma: i dialoghi sono sempre riprodotti molto chiaramente mentre le musiche sono ben integrate con il resto della scena.
Davvero completissima la sezione extra, ricca di contributi interessanti. Nel primo DVD troviamo il sempre piacevole e interessante commento di Martin Scorsese, regolarmente sottotitolato in italiano. Tutti gli altri extra sono nel secondo disco: c'è un making of di circa 10 minuti, dall'aspetto piuttosto promozionale. Più interessante ai fini della approfondimento su come è nato il film, il lungo colloquio tra Leonardo Di Caprio e Alan Alda. Seguono una scena eliminata e alcune featurette dedicate alle musiche, ai costumi, al trucco, alle scenografie e agli effetti speciali, nonché un'altra su una famiglia di attori-musicisti che hanno fatto da comparse nel film. Spazio anche a uno speciale sull'aviazione, mentre molto interessanti sono il documentario su Howard Hughes di circa trequarti d'ora e l'ulteriore speciale che tratta in specifico del suo disturbo ossessivo-compulsivo. Il tutto per circa due ore e mezzo di contributi speciali.

Innanzitutto sintetizziamo il contenuto per una corretta trasposizione su schermo:

La 01 Distribution ha confezionato per il film di Martin Scorsese un'ottima edizione a doppio disco, presentata in un'elegante confezione steel-box e molto valida sia dal punto di vista tecnico che da quello riguardante gli extra.
Il video, presentato nel formato originale 2.35:1 in anamorfico, offre un quadro complessivo molto pulito e una resa decisamente soddisfacente, pur attraversando "momenti visivi" molto diversi per stile durante il film.
Ben tre le tracce audio presenti: a quelle Dolby digital 5.1 Ex in italiano e inglese, se ne aggiunge anche una in Dts nella nostra lingua. Ovviamente i momenti in cui apprezzare in pieno la resa dell'audio sono i momenti d'azione e in particolare quelli dei voli aerei, dove la scena è avvolgente e riprodotta perfettamente con uso di tutti i diffusori (compreso il sub) ed efficaci effetti panning.
Davvero completissima la sezione extra, ricca di contributi interessanti. Nel primo DVD troviamo il sempre piacevole e interessante commento di Martin Scorsese, regolarmente sottotitolato in italiano. Più interessante ai fini della approfondimento sono il documentario su Howard Hughes di circa trequarti d'ora e l'ulteriore speciale che tratta in specifico del suo disturbo ossessivo-compulsivo.
Il tutto per circa due ore e mezzo di contributi speciali.

Prima di trasferire la composizione online è necessario frammentare il testo in ipotesti collegati da link. Una buona idea è inserire in home page titolo e sommario che introducano all’argomento trattato, ovviamente provvisti di link che rimandino ad una lettura più dettagliata.
Abbiamo così ottenuto un valido ipertesto, che accompagnando il navigatore attraverso successivi livelli di approfondimento, evita il tipico effetto di disorientamento provocato dall’impatto subitaneo con pagine colme di parole.

Ci sono situazioni in cui non è possibile riassumere un contenuto in poche righe, è il caso di documenti estesi, manuali, guide, contratti e altro ancora. Come fare allora a trasmettere adeguatamente questi scritti?
Purtroppo l’unica alternativa è fornire una versione “printable” dell’opera, da salvare su pc e stampare su carta, in modo da poter essere letta con maggiore tranquillità. Il formato più utilizzato per il download di documenti è il PDF (Portable Document Format), una specifica standard inventata da Adobe® particolarmente adatta allo scambio e alla distribuzione di documentazione elettronica.

(inserito il 09/12/2023)

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