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L'euroscetticismo investe l'informazione scientifica
Per delineare il rapporto tra cittadini,scienza e nuove tecnologie, l'Unione Europea ha voluto un grande sondaggio che,condotto su un campione di più di 16.000 persone, non solo ha promosso indagini su larga scala,ma si é avvalso di metodi sofisticati,come quello dei " focus Group".
Ideati negli anni '40,essi permettono di dar vita ad un ambiente di discussione in cui é possibile il confronto e la ridefinizione delle opinioni dei singoli all'interno del gruppo.
Ciò permette di analizzare un argomento a 360°,cogliendo anche quegli aspetti non previsti dai ricercatori.
Il risultato dell'ultimo Eurobarometro evidenzia la sfiducia degli europei per il lavoro degli scienziati.
I più diffedidenti sono i francesi : il 75% degli interpellati teme che proprio per via delle loro conoscenze i ricercatori costituiscano una fonte di pericolo.
Tra le complesse ragioni che sono alla base di questo crescente scetticismo c'é anche l'informazione, accusata , tra l'altro,di diffondere una errata percezione del rischio.
In Italia,per esempio, é mancata un'adeguata campagna informativa sugli Ogm (organismi geneticamente manipolati),associati non solo alla " mucca pazza" o ai polli " alla diossina" , ma addirittura al nucleare.
Secondo Bruna De Marchi,dell'Istituto di sociologia internazionale di Gorizia, responsabile per l'Italia del progetto Pabe,che ha tastato il polso della percezione del pubblico sulle biotecnologie alimentari," gli Ogm spaventano più del fumo o degli incidenti stradali perchè l'accettazione di una innovazione tecnologica dipende da diverse componenti : la volontarietà della scelta,la novità,la distribuzione dei vantaggi e svantaggi,la reversibilità delle conseguenze".
I dati del sondaggio rivelano che l'informazione scientifica non soddisfa il cittadino europeo che, seppur avido di notizie ( soprattutto in campo medico e ambientale) teme di essere informato male da giornali e tv: preoccupazione questa che condividono due europei su tre.
L'informazione scientifica é il tema di un convegno che avrà luogo a Torino il 19 e 20 aprile. Giovanni Giovannini presenterà un'indagine dell'Osservatorio TuttiMedia ed interverranno molti esperti di multimedialità e dei maggiori Science Center del mondo. Si tratta di un'iniziativa della Provincia di Torino in vista della prossima realizzazione del Science Center. ( info:011/ 861.34.18 - www.torinoscienza.it)
Per concludere diamo un'occhiata alle pubblicazioni scientifiche italiane su riviste internazionali nell'ultimo anno rilevabile (1999).
I dati ci vedono al quartultimo posto ,con 457 pubblicazioni ogni milione di abitanti,seguiti soltanto da Lussemburgo,Portogallo e Grecia.
Miglioriamo se si prende come riferimento il numero di pubblicazioni per mille ricercatori; in questo caso ci piazziamo al sesto posto, preceduti da Austria,Olanda,Danimarca, Belgio e Regno Unito;seguono, ma solo all'undicesimo e al dodicesimo posto,Francia e Germania, mentre Inaspettatamente gli USA sono in quattordicesima posizione.
Infine L'italia, nella graduatoria delle pubblicazioni più citate a livello internazionale ( che ci penalizza visto che i ricercatori angloamericani che controllano e scrivono nella madre lingua sono avvtaggiati)
é al sestultimo posto se si guarda alla popolazione totale ma sale all'ottavo se contiamo le citazioni per mille ricercatori,ed anche in questa classifica surclassa Francia e Germania.
Da questi dati si evince che l'Italia ha pochi ricercatori e ciò non deve stupire visto che investe in campo scientifico solo l'uno per cento del prodotto interno lordo.
I ricercatori italiani sono però molto bravi, possiamo dire lo stesso di chi si occupa di giornalismo scientifico ? E ancora, quanti sono i veri proseliti di Angela e Cecchi Paone" e quanti invece si improvvisano giornalisti scientifici?
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