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“Pubblicità con giudizio": una mostra sui 40 anni di pubblicità vista dal Giurì

Ultima settimana per visitare nella stazione di Milano centrale la mostra “Pubblicità con giudizio: 40 anni di pubblicità vista dal Giurì”. Un modo insolito per rompere la monotonia delle attese, quello proposto dall’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), in collaborazione con le Ferrovie dello Stato e la Fondazione Antonio Mazzotta, che nelle scorse settimane ha allestito, ai lati dei binari, una sintesi del lavoro svolto negli ultimi 40 anni.

Uno schermo che proietta, in uno spazio nero, i filmati degli spot che in questi 40 anni hanno ricevuto una sentenza negativa dal Giurì della pubblicità perché ritenuti ingannevoli, immorali, volgari, indecenti, contrari alle convinzioni civili e religiose, denigratori… e quant’altro non si ritenga adeguato ai principi che dal 1966 hanno sancito la legittimità di un Istituto di Autodisciplina pubblicitaria.

Non solo spot ma anche manifesti con allegate le ragioni del NO espresso dal Giurì, per coinvolgere anche i cittadini nel processo di tutela dei loro diritti e prepararli alla consapevolezza che non sempre la pubblicità nasce per aggredire.

Nasce proprio 40 anni fa il Codice di Autodisciplina cui i pubblicitari hanno deciso di sottoporsi in assenza di un’adeguata legislatura sulla materia. Da allora il lavoro dello IAP, svolto da un Comitato di Controllo e dal Giurì appositamente nominato, garantisce (o si sforza di farlo) una pubblicità “onesta, veritiera e corretta”.

La mostra, composta di 6 sezioni (“il corpo dei desideri”, “credere o non credere”, “colpire l’occhio”, “la cintura di sicurezza”, “scherza coi fanti”, “i bambini ci guardano”), è uno strumento utile a comprendere come i differenti temi sociali siano stati affrontati nel corso degli anni.

C’è tempo fino al 26 novembre per decidere di prendere dall’ultimo binario della stazione di Milano, il treno della pubblicità e provare a conoscere chi da “dietro le quinte” prova a garantire un prodotto pubblicitario buono e responsabile.

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