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Mettersi in proprio con un giornale online

di Omar Sonetti

Di fronte al battage delle “new economy”, un giornalista, un comunicatore, un P.R o anche un editore alle prese con...

Di fronte al battage delle “new economy”, un giornalista, un comunicatore, un P.R o anche un editore alle prese con il Web possono domandarsi: vale la pena pubblicare un giornale on-line? A che risultati può portarmi una tale impresa? Quanto tempo e denaro potrei impiegare? Cerchiamo di dipanare la matassa.

Un giornale on-line ( a volte meglio definirlo “e-zine”, dalla contrazione dei termini magazine ed electronic) innanzitutto non è un giornale tradizionale. Va confezionato secondo diversi criteri e diverse prospettive.

Potremmo impostare il discorso e organizzare l'iniziativa secondo tre direttive: 1) corpo redazionale preposto a confezionare il prodotto; 2) caratteristiche del prodotto e natura dello stesso; 3) funzionamento e proficuità della e-zine.

Chi realizza un giornale on-line? Navigando per la Rete ci si accorge che molte delle iniziative telematiche di tipo giornalistico rappresentano “self-publishing” o poco più. Il self-publishing è quella forma di sfruttamento del nuovo mezzo che consente anche al singolo individuo di produrre una propria rivista telematica.

Certamente il Web si presta allo scopo, ma che tipo di risultato otterremo producendo un giornale da soli? Anche su Internet valgono, se si vogliono raggiungere buoni risultati, quelle divisionalizzazioni del lavoro tipiche di ogni attività produttiva professionale.

Sarà dunque necessario mettere insieme una piccola squadra con ogni elemento specializzato nel proprio settore. Un webmaster, un web-editor, un promoter ecc. I giornalisti di Internet sono fondamentali, ma cambia il loro ruolo.

Alcuni quesiti giunti alla redazione di Infocity di editori che vogliono aprire un giornale on-line chiedono che tipo di inquadramento può essere fatto per il personale di una rivista telematica. Noi rispondiamo che se il lavoro è strettamente giornalistico (produzione di articoli o altri contenuti audiovideo) ed il redattore lavora in una redazione strutturata vi è l'inquadramento professionale previsto dal contratto di lavoro (vedi medialab)

Se l'elemento viene impiegato per produrre grafica, promozione o progettazione si può ricorrere ad altri contratti di collaborazione. Vi è poi il problema della testata in quanto tale. Ormai è un dato di fatto che i giornali on-line (se effettivamente producono informazione) sono equiparabili a qualunque altra testata e, quindi, devono essere registrati in Tribunale e possedere un direttore responsabile, (vedi medialab)

La registrazione ufficiale non è solo una norma da rispettare (secondo le indicazioni previste dalla Legge sulla Stampa), è anche una sorta di marchio di qualità della rivista, visto che le testate telematiche devono “comunicare” anche con ambienti della “old” economy, più tradizionalisti.

Messa in piedi, l'iniziativa on-line deve funzionare bene. Un giornale digitale infatti si implementa in modo diverso da quello tradizionale. Cambia il modo di scrivere, di impostare l'impaginato e l'ordine degli articoli. La regola fondamentale per costruirlo è quella di seguire criteri di assemblaggio dei contenuti che tengano conto dell'ipertestualità, riducendo all'osso la scrittura e posizionando i link in modo efficace (ecco perché oltre ai giornalisti servono webmaster e web editor).

Una volta allestita, l'iniziativa editoriale interattiva deve galleggiare su un medium dove le informazioni sono tantissime. Gli esperti affermano che il tipo di informazione sul nuovo mezzo deve seguire logiche di tipo “narrowcast” e non più “broadcast” come nei mass media. Ciò significa che il progetto deve prevedere contenuti specializzati per audience di nicchia.

E' sconsigliabile, se non si hanno mezzi economici adeguati, progettare grande informazione, magari cercando di replicare siti che vanno per la maggiore. Meglio concentrarsi su informazioni specializzate, magari sfruttando l'interattività per creare intorno ai contenuti la cosiddetta “comunità virtuale” con l'utilizzo di chat, newsgroup e altri servizi per attrarre gli utenti.

Buon lavoro


(inserito originalmente su Web il 19.10.00)

(inserito il 29/10/2001)