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La Tv digitale in Italia, piace terrestre e in pay per view

di Giorgio Izzillo

Spettatori in costante crescita, pagamenti per singole visioni, un’offerta varia ed appetibile. E’ la DTT, che trascina il digitale sul piccolo schermo. Un trend confermato dall’Osservatorio Permanente della Società dell'Informazione del Ministero per l’Innovazione

C’era una volta l’era del satellite e della parabola selvaggia. C’era una volta una strada, unica e tormentata (per pirati e meno abbienti), per accedere alle meraviglie della televisione digitale. Storie (già) di altri tempi, di un modello non più dominante perché duramente scalfito dalla prepotente ascesa del digitale terrestre, tecnologia che sta capeggiando lo sviluppo del settore da un anno a questa parte.

Un trend confermato e rafforzato dall’Osservatorio Permanente della Società dell'Informazione del Ministero per l’Innovazione, che nel terzo e più recente rapporto ha fornito ed analizzato i dati relativi al primo semestre 2005. La forza dei numeri è inequivocabile: da dicembre 2004 a giugno 2005, i decoder DTT nelle abitazioni delle famiglie televisive italiane sono passati da 956.000 a 2.223.237.

Siamo davanti ad un incremento del 133% e ad un’incidenza quasi raddoppiata sul totale dell’utenza della tv digitale (da 15,9% a 30,6%). Una crescita perfino inaspettata, imprevedibile nella sua portata, eppure riflesso di un consumatore televisivo che ha mostrato di apprezzare (e parecchio) il modello economico e la proposta di contenuti sulla piattaforma DTT.

Se un impulso importante all’acquisto dei set top box ha continuato ad imprimerlo la concessione del contributo statale, il successo del digitale terrestre sono legati anzitutto ad un sistema di fruizione molto flessibile, incentrato sulla proposta in pay per view con modalità di pagamento.

Tutto in modo molto semplice: il teleconsumatore paga solo ciò che sceglie di vedere e lo fa con carte ricaricabili con credito a scalare, acquistabili anche nelle tabaccherie e nelle edicole, senza dover sottoscrivere alcun abbonamento. Il meccanismo funziona, perché i programmi così offerti sono quelli che tirano di più: calcio in primis, seguito da film e altri sport, per un bouquet di prodotti che verrà succosamente arricchito con spettacoli teatrali, eventi musicali, serie televisive ed altro.

In prospettiva, il digitale terrestre sembra destinato ad affermarsi ulteriormente come principale piattaforma digitale, sorpassando al vertice la tecnologia satellitare, che resta per ora quella più popolare (+7,4% negli abbonamenti) pur accusando qualche colpo nella confronto con la DTT (la sua incidenza sul totale della tv digitale è passata dall’80% al 66%).

Del tutto marginale nel panorama della digital tv è la presenza della televisione via cavo, che pure consentirebbe, per le caratteristiche dell’infrastruttura di rete impiegata, una interessante proposta di contenuti su richiesta (video on demand).
Più in generale, quel che incoraggia è il risultato complessivo raggiunto su scala nazionale a tutto giugno 2005, passando da quasi 6 milioni ad oltre 7 milioni di abitazioni con televisione digitale, con un incremento del 21%.

E’ il segnale di un’Italia finalmente concorrenziale sulla scena internazionale, in fase di recupero del terreno perso negli anni passati. Il futuro della televisione digitale passerà sempre di più attraverso la convergenza tra le diverse tecnologie e, di qui, attraverso la disponibilità di servizi e contenuti su piattaforme tradizionalmente non televisive, quali la televisione su protocollo IP. A pieno beneficio dell’utente, sempre più creatore del proprio videopalinsesto quotidiano.

(inserito il 12/01/2006)