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Contratto giornalistico: il no della Fnsi alla ‘pace olimpica’

di Giorgio Izzillo

Nel momento forse più caldo e controverso del negoziato, la Giunta della Fnsi ha deliberato, all’unanimità, di non aderire al Protocollo d’Intesa per la Tregua sociale in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici 2006 di Torino, proposto dal Governo a parti sociali ed associazioni di categoria

Linea dura; in blocco compatto e senza tentennamenti. Ove ce ne fosse ancora bisogno, il sindacato dei giornalisti ha fornito un’ulteriore prova della consapevole determinazione con cui sta interpretando le trattative per il rinnovo del contratto di categoria.

Nel momento forse più caldo e controverso del negoziato, la Giunta della Fnsi ha deliberato, all’unanimità, di non aderire al Protocollo d’Intesa per la Tregua sociale in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici 2006 di Torino, proposto dal Governo a parti sociali ed associazioni di categoria.

In nome del preminente interesse nazionale in termini di immagine e di sviluppo economico, i sottoscrittori, inclusi i rappresentanti del settore dell’informazione, si sarebbero dovuti impegnare “ad evitare, nel Periodo di Tregua compreso tra il 31 gennaio 2006 ed il 23 marzo 2006, iniziative aziendali unilaterali e iniziative volte ad attuare forme di astensione dall’attività lavorativa a livello nazionale”.

Un impegno che, nell’ottica del Governo, avrebbe consentito di assicurare le attività ed i servizi legati all’evento olimpico, già di per sé di altissimo impatto mediatico, oltre che socio-economico per l’Italia, paese organizzatore di turno. Ma pur cosciente di queste premesse, la Fnsi ha deciso di non firmare il Protocollo, spiegandone le ragioni in una lettera inviata dal Segretario Paolo Serventi Longhi e dal Presidente Franco Siddi al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.

Riconosciuta la volontà del Governo “di coinvolgere la Fnsi e la Fieg in una intesa di tregua condivisibile in via di principio”, i vertici del sindacato rimarcano l’assenza di condizioni per sottoscrivere il Protocollo, ancor di più dopo la riunione con la controparte ispirato dal Sottosegretario Letta.

La tensione e le difficoltà già esistenti sono state, secondo la Fnsi, amplificate dall’atteggiamento di prolungata ostruzione tenuto dalla Fieg; “anche in questa prospettiva abbiamo purtroppo dovuto ascoltare la posizione di chiusura degli editori”, si legge nella lettera di Serventi Longhi e Siddi, a conferma “di una rottura che si è ripetutamente determinata al tavolo sindacale, non consentendo intese nemmeno su un accordo transitorio biennale”.

Il “rammarico di non poter dare seguito alla richiesta del Governo” ha fatto così da sfondo al rifiuto della Fnsi, che, nel rivendicare quanto prima l’apertura di un tavolo negoziale sulla base di proposte praticabili, ha ricevuto a stretto giro di posta la replica degli editori.

I quali hanno espresso stupore per la decisione della controparte, rilevando che durante l’incontro con il Sottosegretario “il Presidente della Fieg, Boris Biancheri, non ha, come sostenuto in maniera inesatta nel comunicato della Fnsi, “sottolineato l'indisponibilità degli editori ad una ripresa del negoziato contrattuale”, ma, nonostante non fosse oggetto dell'incontro ha ribadito chiaramente la disponibilità a riprendere il confronto sulla base delle rispettive piattaforme”.

Insomma, il ping pong fatto di accuse e di dichiarazioni al vetriolo continua ad andare in scena. E Olimpiadi o no, la lotta per il rinnovo del contratto giornalistico prosegue intensa. Senza tregua.

(inserito il 25/01/2006)