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Auditel, cosa è e come funziona



La rilevazione oggettiva e imparziale del consumo televisivo risponde all’esigenza delle emittenze di registrare dati tangibili, funzionali alla pianificazione della strategia editoriale e all’organizzazione del palinsesto.

L’analisi dei comportamenti relativi al consumo televisivo si è resa necessaria nella fase di esponenziale sviluppo della programmazione pubblicitaria, nel momento in cui assegnare un prezzo agli spot promozionali presenti in un determinato programma è diventato un processo irrinunciabile.

Nata il 3 luglio del 1984, l’Auditel s.r.l. è costituita da tre parti uguali (33%) per le tre componenti fondamentali: televisione pubblica (RAI); emittenza privata (network nazionali come Mediaset e LA7 e TV locali); aziende che investono in pubblicità (UPA- Utenti pubblicità associati), assieme ad Agenzie e Centri Media come UNICOM (unione nazionale imprese di comunicazione).

L’Auditel ha rappresentato un cambiamento epocale nell’ambito delle ricerche applicate al mezzo televisivo, passando da strumenti mutuati dalle indagini demoscopiche (interviste personali, indagini telefoniche e diari di ascolto che le famiglie si impegnavano a compilare) a un sistema maggiormente attendibile.

L’introduzione dell’Auditel ha, infatti, contribuito a ridurre le possibilità di errori e dimenticanze individuali, fornendo un database aggiornato e completo sulle preferenze e sulla composizione sociodemografica dell’audience.

Fulcro della rivelazione audiometrica è il meter: un set-top-box, ossia un dispositivo elettronico posizionato sul televisore delle famiglie che formano il campione di riferimento (il panel).

I costituenti del meter sono tre: il M.D.U. (Monitor Detection Unit) o unità d’identificazione, inserita in ogni apparecchio domestico, che annota l’accensione e lo spegnimento dell’apparecchio, così come qualsiasi cambiamento di status nella sintonizzazione dei canali (definito statement).

Il secondo elemento è l’Handset, il telecomando: uno strumento fondamentale del sistema-Auditel che permette la correlazione tra tipologie di pubblico e offerta televisiva, creando dei segmenti di mercato specifici, dei target riconoscibili.

Ogni membro delle famiglie campione – dai 4 anni in su – (ospiti occasionali compresi) è chiamato a premere sul telecomando il proprio tasto identificativo e testimoniare così le proprie scelte e i propri movimenti di fronte al piccolo schermo.

L’ultima componente è il C.D.S.U. (Control and Date Store Unit) o unità di memoria e trasmissione. Raccolti i dati di ascolto dalle altre eventuali M.D.U. familiari, il congegno li conserva e li trasmette via modem telefonico alla società di ricerca che si occupa attualmente di elaborare i risultati, la AGB.

Le informazioni vengono riunite dalle 2 alle 5 del mattino attraverso una raccolta denominata polling, e sottoposte ad una procedura di validazione.

I dati sono accettati e rilasciati secondo tre configurazioni: “individui”, “ascolto familiare” e “tv accesi”, ossia singoli televisori sintonizzati e attivi.

Il computer centrale li incrocia con i segmenti nei quali la giornata è divisa (Day, Prime e Night Time), con gli eventi editoriali e con quelli pubblicitari (spot, inviti all’ascolto, sponsorizzazioni), pubblicando i risultati on line alle 10 circa del mattino successivo.

La prima selezione di famiglie per la costituzione del campione di riferimento dell’Auditel è avvenuta dopo un’ampia indagine, condotta nel 1986 su oltre 41.000 nuclei domestici italiani.

Dopo aver tracciato un esaustivo quadro delle caratteristiche strutturali e delle tipologie delle famiglie, sono stati inizialmente scelti 600 gruppi, che manifestavano un evidente carattere di rappresentatività dell’intera nazione, nelle sue declinazioni geografiche, demografiche e socioculturali.

Il campione si è espanso nel corso degli anni, subendo un raddoppiamento decisivo nel 1997, quando il numero delle famiglie ha raggiunto le 5.075 unità.


Tali modifiche sono state attuate per mantenere aggiornata la popolazione di riferimento e per rendere conto dell’espansione delle emittenti televisive locali: è stato introdotto un nuovo meter, in grado di rilevare l’impiego dei video-registratori e la fruizione delle reti via satellite.

Le famiglie non possono auto-candidarsi spontaneamente, ma devono essere selezionate secondo criteri statisticii rigorosi quali la frequente esposizione ai media, il parco televisivo a disposizione, la condizione socio-economica, la distribuzione geografica.

È escluso dall’indagine l’ascolto nelle seconde case e nelle residenze temporanee (alberghi, ospedali, bar). I membri del panel non percepiscono alcun compenso per la loro disponibilità, ma ricevono in omaggio piccoli regali.

Mediamente una famiglia del panel fa parte del campione per 5 anni. Non ci sono controindicazioni ad una lunga permanenza da parte dei nuclei prescelti; possono comunque rinunciare al meter quando lo desiderano.

I tre principali indicatori utilizzati dal mercato italiano per quantificare il pubblico di una trasmissione televisiva sono il numero di contatti, l’ascolto medio e lo share.

La copertura si classifica come netta, quando si registra il numero di telespettatori - diversi tra loro - che hanno seguito per almeno un minuto una determinata trasmissione su una data emittente, come lorda, quando si computa il volume d’ascolto complessivo.

L’ascolto medio (o ascolto nel minuto medio) individua il numero di spettatori presenti mediamente in ciascun minuto di programma. Questo valore è dato dal rapporto tra la somma di tutti i telespettatori presenti in un certo intervallo di tempo e la durata – espressa in minuti – dell’intervallo stesso.

Il famigerato share sintetizza, invece, il rapporto percentuale tra gli ascoltatori di un determinato programma, rispetto al totale del pubblico presente davanti al televisore nello stesso tempo considerato.

(inserito il 21/02/2005)

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