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Collaborazioni giornalistiche: a “La Nazione” i freelance fanno sciopero

di Giuseppe Mallozzi

Lunedì 29 maggio i collaboratori del quotidiano “La Nazione” incrociano le braccia, per protestare contro il nuovo tariffario. I numerosi collaboratori che prestano la loro opera presso le redazioni toscane, liguri e umbre del quotidiano si sono uniti per denunciare pubblicamente quanto sta avvenendo all'interno di quella che viene definita "una testata storica del giornalismo italiano".

In un comunicato collaboratori del quotidiano affermano che "circa due mesi fa il management aziendale ha deciso di cambiare il contratto di collaborazione comunicando ai Co.co.co, con una lettera inviata per posta prioritaria (e non con raccomandata con ricevuta di ritorno, come di solito avviene in questi casi), la riduzione dei compensi (già miseri tra l’altro: chi guadagnava 7,75 euro è stato portato a 6, chi ne guadagnava 10 è andato a 9; sono state inoltre applicate tre fasce da 2,5, 6 e 7 euro a seconda della lunghezza del testo) e il tetto di 50 pezzi mensili.

Per gli articoli o le notizie eccedenti il tetto sopra indicato viene riconosciuto un compenso lordo di 2 euro".

"Le variazioni delle condizioni economiche - afferma il comunicato - sono entrate in vigore il 20 aprile scorso, senza che nessun collaboratore abbia firmato il nuovo contratto. Della serie "o così, o così": chi non accetta tali condizioni può recedere dal contratto, buttando via anni e anni di lavoro prestato nelle singole redazioni".

Non solo. Numerosi collaboratori, molti dei quali rischiano anche querele e non sono tutelati, lavorano anche di domenica (soprattutto chi segue lo sport).

“Gli incontri fra azienda e sindacati – spiegano i Co.co.co de “La Nazione” – non hanno portato a nessun risultato, pertanto abbiamo deciso di unire le forze e denunciare pubblicamente il gravissimo sopruso.

Come primo segnale abbiamo deciso di attuare uno sciopero in programma il giorno 29 maggio e, contestualmente, stiamo ideando altre forme di protesta non solo per difendere i diritti calpestati e chiedere che ci venga restituito ciò che ci è stato tolto, ma anche per chiedere con forza che vengano rispettati i compensi fissati dal tariffario emanato dall'Ordine dei Giornalisti, ben lontani da quelli che vengono attualmente applicati.

Chiediamo, infine, di poter avere un nostro rappresentante all'interno del Cdr dell'azienda. Pertanto, siamo determinati a portare le nostre rivendicazioni in tutte le sedi opportune”.

(inserito il 29/05/2006)

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