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Informazione, cosa ci si aspetta dal Giornalismo?

di valentina tatti tonni

Ci si aspetta che sia pulito, trasparente, che sia sicuro di sé, che si spinga oltre le barriere istituzionali ove necessario, dietro il Velo di Maya della corruzione, delle disumane condizioni in cui versano migliaia di persone, ci si aspetta che abbia un’etica e una  morale,  che segua la deontologia e che riesca a salvaguardare se stesso e l’opinione pubblica che servirà con assoluta dedizione. Non ci deve essere altro scopo se non quello prioritario di informare.

Ci si aspetta che sia rispettoso delle questioni familiari altrui quando siamo chiamati dalla cronaca a riportare l’accaduto di un evento, che rispetti le immagini da filmare per proteggere gli occhi dei minori che potrebbero rimanerne vittime.

Ci si aspetta che sia onorato attraverso ad esempio gli appuntamenti che vengono organizzati  durante l’anno in ogni parte del mondo, in Italia possiamo ricordare l’evento pubblico “Stand Up for Journalism” organizzato dalla Federazione Europea dei Giornalista (EFJ) insieme con la FNSI e tutti i sindacati europei della categoria, oppure gli incontri del Caffè dei Giornalisti di Torino o naturalmente l’edizione del Festival Internazionale del Giornalismo che anche nel 2015 si svolgerà a Perugia dal 15 al 19 aprile.

Ci piace quando viene fatto fruire anche per mezzo di master e corsi di specializzazione, non solo da parte di enti certificatori come l’Ordine di professione.  Siamo lieti che venga riconosciuto tramite premi locali o internazionali e che sia in continuo aggiornamento, che sia seguito con così tanta fiducia fin dall’Ottocento.

Ci si aspetta che siano verificate le percentuali di libero accesso all’informazione in internet o sulla carta nel mondo da parte di sistemi autoritari complessi, ci si aspetta che i suoi corrispondenti possano sopravvivere nell’esercizio del loro lavoro quando vengono inviati sui campi di battaglia, quando attendono tra i bombardamenti di poter inviare la testimonianza di chi sta ancora lottando. 

Ci si aspetta che non sia troppo spaventato, che non rinneghi mai il coraggio che lo aiuterà a portare luce laddove le schegge dell’ignoranza e della repressione hanno provato più volte a ucciderlo. Ci si aspetta che non sia mai costretto a piegarsi e che oltre al ricevere medaglie e riconoscimenti sia disposto a scongiurare l’indifferenza.

(inserito il 08/12/2014)

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